(piazza del Plebiscito)
Square up coinvolge quattro artisti
emergenti di valore internazionale (due italiani e due europei) in un
dialogo per immagini che ruota attorno all'idea di architettura come
forma della storia culturale, sociale ed economica. Attraverso
differenti modi di intendere e praticare la fotografia, gli artisti si
confrontano con questioni centrali per l'uomo contemporaneo: il senso
dell'abitare e del costruire, il valore della memoria storica e
culturale dei luoghi, la dialettica tra comunità e individualismo, il
rapporto tra culture politiche e modelli architettonici e urbani. Questi
temi si intrecciano nel breve ma intenso percorso di mostra, generando
prospettive inedite e sollevando interrogativi di stringente attualità
riguardo al nostro futuro.
Alessandro Imbriaco ci mostra le
abitazioni di fortuna allestite a Roma da immigrati senza fissa dimora. A
place to stay è parte del più ampio progetto Temporary Autonomous Zone,
in cui il fotografo indaga i modelli abitativi alternativi nell'area
della Capitale. Gli accampamenti alterano la percezione del paesaggio
creando uno stridente contrasto con scenari a volte ordinari, altre
idilliaci o di grande bellezza. Tuttavia, grazie alla maestria
compositiva con cui Imbriaco conferisce un sapore scenografico alle
immagini, le contraddizioni vengono attenuate e le fotografie ci
invitano a riflettere sulle trasformazioni dello spazio urbano e
sull'idea stessa di casa nella condizione umana.
Le fotografie di
Edgar Martins, tratte da This is not a house, sono state realizzate
negli Stati Uniti e mostrano edifici rimasti incompleti e disabitati a
seguito della crisi dei mutui subprime esplosa nel 2007. Martins si
muove abilmente tra la realtà straniante che gli si presenta allo
sguardo e sottili azioni di messinscena, dando vita a immagini
fortemente teatrali capaci di fornire un'incisiva rappresentazione della
crisi e dello spettrale senso di vuoto che ha lasciato. Giocando sul
confine della finzione, l'artista sottolinea i cinici paradossi di un
sistema socioeconomico, la cui aleatorietà ha trasformato in illusioni
anche le tradizionali sicurezze dei cittadini.
Raffigurando uno la
forma dell'abitare senza la casa, l'altro la forma della casa senza
l'abitare, Imbriaco e Martins ci mostrano due aberrazioni complementari
delle sperequazioni sociali e dell'instabilità economica globale.
Indre Serpytyte rievoca un periodo oscuro del passato del proprio
paese, la Lituania, che ha drammaticamente segnato anche la sua storia
familiare. Opera di grande intensità, (1944-1991) Former NKVD - MVD -
MGB - KGB Buildings nasce da approfondite ricerche effettuate
dall'artista sulle case che i servizi segreti sovietici, durante
l'occupazione, avevano trasformato in luoghi di detenzione e tortura
degli oppositori. L'impossibilità di far affiorare tracce visibili di
quelle vicende e la necessità di produrne materialmente memoria hanno
portato alla costruzione di modelli in legno delle case che l'artista ha
fotografato, restituendo un senso di freddezza e distacco ma anche la
volontà di colmarlo.
La memoria di un popolo e la sua sopravvivenza
a un dramma collettivo è un elemento centrale anche in Armenie ville di
Claudio Gobbi. Le fotografie, che ritraggono chiese armene la cui
costruzione va dall'Alto Medioevo a oggi, sono state in parte raccolte,
in parte scattate dall'artista nel corso di numerosi viaggi tra il
Caucaso e l'Europa occidentale. L'insieme delle immagini evidenzia la
rigorosa continuità formale che caratterizza da 1500 anni l'architettura
religiosa armena, diventando lo strumento per perpetuare un'identità
nazionale, e al tempo stesso, in un sottile parallelismo, pone la
questione dell'autorialità e dell'originalità dell'immagine fotografica.
Sia Serpytyte che Gobbi, nell'interrogarsi sulla memoria come
processo identitario collettivo, si appropriano del lavoro di altri
innestandovi il proprio, sottolineando l'importanza della continuità e
della condivisione per comprendere in profondità tale fenomeno.
Tutti gli artisti si confrontano con situazioni del presente o del
passato in cui gli esseri umani - individui, gruppi o popoli - hanno
dovuto fronteggiare situazioni di grave difficoltà, di cui la forma
architettonica si è fatta simbolo. I temi che essi sollevano trovano eco
nel dibattito sui valori a cui l'uomo contemporaneo vuole improntare il
proprio abitare il mondo: benché prive di figure umane, la loro
presenza ideale è molto forte in tutte le immagini.
Ad accomunare i
fotografi, nella diversità delle scelte e dei temi, c'è anche la
volontà di esplorare la natura e il ruolo della fotografia stessa
nell'attuale contesto artistico, cercando nuove strade per alimentare il
dibattito culturale sul mondo contemporaneo e per leggere la realtà
nella sua complessità oltre il visibile e i luoghi comuni.
CLAUDIO GOBBI
Nato ad Ancona nel 1971, ha studiato fotografia presso il CFP Riccardo Bauer di Milano e attualmente vive e lavora a Berlino.
Nel 2003 ha ricevuto il Prix Mosaïque del Centre Nationale de
L'Audiovisuel, Luxembourg, e nel 2007 è stato Artist in residence presso
la Cité Internationale des Arts di Parigi. Nel 2010 è stato incaricato
di fotografare il MAXXI nell'ambito del progetto Cantiere d'autore. Ha
esposto il suo lavoro in ambito internazionale : Italian Cultural
Institute (London, Paris, Tokyo), International Photo Festival (Kaunas),
European Month of Photography (Bratislava), Biennale of contemporary
art (Thessaloniki), WE Project (Bruxelles), 4th Fotofestival
(Mannheim-Ludwigshafen-Hei delberg).
Il suo ultimo lavoro Armenie Ville è stato recentemente esposto in una
personale presso Studio Guenzani di Milano e in mostre collettive a
Yerevan, Toulouse, Heidelberg e Firenze (premio Celeste Beyondmemory).
ALESSANDRO IMBRIACO
Nato a Salerno nel 1980. Ingegnere di formazione, dal 2008 lavora come fotografo. Vive a Roma.
Ha vinto il premio Canon nel 2008, il 2° posto (sez. Contemporary
Issues Stories) al World Press Photo 2010, il Premio Pesaresi nel 2011,
il Premio Ponchielli e l'European Publishers Award for photography nel
2012. I suoi lavori sono stati selezionati per Il Talent di Foam, il PHE
Ojo de Pez ,il Lumix Award, il Premio Atlante Italiano. Dal 2008 fa
parte di Reflexions Masterclass e nel 2011 è stato selezionato per il
Joop Swart Masterclass del World Press Photo. Nel 2012 è stato
selezionato per la Istanbul Design Biennial. Il suo lavoro è stato
esposto in diverse personali e collettive, tra cui Rencontres
Internationales de la Photographie, Arles, 2012; The Bertha and Karl
Leubsdorf, New York, 2012; Foam Museum, Amsterdam, 2011; Macro, Roma,
2011; Spazio Forma, Milan, 2011; Fetart, Paris, 2011; Harlem Studio
Fellowship, New York, 2010; Festival for young photojournalism, Hanover.
EDGAR MARTINS
Nato a Evora, Portogallo, nel 1977 e
cresciuto a Macao, Cina. Ha conseguito nel 2002 un MA Photography and
Fine Arts presso il Royal College of Art. Vive e lavora a Londra.
Le sue opere sono presenti in diverse collezioni di alto profilo e ha
all'attivo diverse pubblicazioni. Ha esposto il proprio lavoro in
istituzioni quali PS1 MoMA (New York), Centro Cultural de Belém
(Lisbon), Centro Cultural Hélio Oiticica (Rio de Janeiro), The New Art
Gallery Walsall (Walsall, UK), The Wapping Project (London), The Gallery
of Photography (Dublin), e il Centre Culturel Calouste Gulbenkian
(Paris) che nel 2010 ha ospitato la sua prima retrospettiva. Nel 2011 la
prima personale italiana presso Camera16, Milano. Ha ricevuto il primo
New York Photography Award (Fine Art category) nel 2008, il BES Photo
Prize e il SONY World Photography Award (Landscape category) nel 2009 e
il primo premio nell'International Photography Awards (Fine Art-
Abstract category ) nel 2010. Ha rappresentato Macao alla 54. Biennale
di Venezia.
INDRE SERPYTYTE
Nata a Palanga, Lituania, nel
1983. Ha conseguito nel 2009 un MA Photography presso il Royal College
of Art. Vive e lavora a Londra.
Il suo lavoro ha ricevuto numerosi
premi e menzioni internazionali, tra cui 2010 Magenta Foundation, Flash
Forward - Bright Spark Award, 2009 National Media Museum's Photography
Bursary, 2009 Metro Imaging Award, 2006 Jerwood Photography Award, ed è
stato esposto in sedi di prestigio tra cui ricordiamo Victoria and
Albert Museum, The Photographers Gallery, The House of Nobleman
(Londra), Yossi Milo Gallery (New York), Imago Mundi Foundation
(Krakow). Nel 2010 la galleria Camera 16 di Milano le ha dedicato una
mostra personale.
SERIE DI OPERE IN MOSTRA
Claudio Gobbi,
Armenie ville, 2007-2012 (in progress), courtesy Studio Guenzani
(Milano) e l'artista; Alessandro Imbriaco, A place to stay, 2010,
courtesy Forma Galleria (Milano) e l'artista; Edgar Martins, This is not
a house, 2009, courtesy Camera 16 (Milano); Indre Serpytyte, (1944-1991
Former NKVD-MVD-MGB-KGB Buildings, 2009, courtesy Camera 16 (Milano).