Diritti umani, la Provincia scende in campo per salvare la vita di Sakineh

 
Sakineh Mohammadi Ashtiani
Sakineh Mohammadi Ashtiani

ANCONA - Anche la Provincia di Ancona scende in campo per salvare la vita di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la cittadina iraniana rinchiusa da cinque anni nelle carceri iraniane per adulterio e, secondo la legge coranica, condannata a morte per lapidazione.

Con un ordine del giorno approvato all'unanimità, infatti, la giunta provinciale presieduta da Patrizia Casagrande ha deliberato l'adesione all'appello promosso da Amnesty International , già firmato da più di 30 mila persone, e si unisce alla mobilitazione internazionale sostenuta dalla società civile e da intellettuali, artisti e giornalisti di tutto il mondo.

Una mobilitazione che, fino a questo momento, è riuscita ad ottenere dal governo iraniano la sospensione dell'esecuzione, il quale, tuttavia, non ha ancora chiarito la posizione legale di Sakineh, né comunicato l'eventuale commutazione della pena.

"Ritengo doveroso - afferma la presidente Casagrande - che anche un piccolo ente locale come il nostro, di fronte alle immani discriminazioni e violenze di cui sono vittime le donne in tutto il mondo, e di cui Sakineh Ashtiani è diventata suo malgrado simbolo, faccia sentire con forza la propria indignazione nei confronti di pratiche barbare, indegne di ogni forma di democrazia e contrarie alle convenzioni internazionali per la tutela dei diritti umani".

E sullo stesso tema, la presidente torna ad attaccare il governo Berlusconi: "Proprio mentre cresce lo sforzo di associazioni e istituzioni per salvare la vita di Sakineh, il governo non trova di meglio che dare prova del più basso servaggio culturale, rendendo onori al presidente libico Muhammar Gheddafi con una messa in scena capace di coniugare le più mediocri forme del burlesque ai peggiori stereotipi sulle donne, che nulla hanno a che fare con la religione musulmana".



Ancona, 31 agosto 2010