ANCONA - "Gli sforzi promossi dalla Provincia di Ancona per ricucire gli strappi
con l'amministrazione di Osimo attraverso la ripresa di un confronto
tecnico-politico sulle più urgenti questioni di copianifcazione del territorio,
sembrano lasciare indifferente il sindaco Simoncini, che non perde occasione di
rimpallare al nostro ente ogni singola questione, comprese, come in questo caso,
le proprie inadempienze. La verità è che il Comune di Osimo è in ritardo nel
mantenere gli impegni presi, che prevedevano di liberare la struttura. Impegni
che la Provincia è stata costretta a far valere in sede
giudiziaria.".
Così il vicepresidente della Provincia di Ancona Giancarlo
Sagramola replica al sindaco di Osimo Stefano Simioncini che sulla
responsabilità attribuita da quest'ultimo alla Provincia sullo stato di incuria
dell'ex Itc Corridoni.
"Ai fini di una corretta informazione pubblica e
istituzionale - prosegue Sagramola - vale la pena ricordare al sindaco Simoncini
il tormentato iter di questa vicenda ormai divenuta annosa. Con delibera
consiliare del 25 agosto 2000, il Comune di Osimo aveva assunto l'atto di
indirizzo di acquisto dell'edificio al prezzo di 1 miliardo e 537 milioni di
vecchie lire (confermato dalla giunta comunale il 2 febbraio 2001), atti poi
andati disattesi. Nonostante ciò, dal canto suo, la Provincia di Ancona, propose
successivamente un accordo al Comune di Osimo per l'acquisto dell'immobile a un
prezzo simbolico di 550 mila euro a fronte di un valore di mercato di quasi un
milione di euro. In sostanza, si accordava una sorta di prelazione
all'amministrazione della città, nella convinzione che fosse giusto favorire la
riqualificazione del suo centro storico. L'idea, evidentemente, non era
condivisa dalla giunta comunale che, non solo si è rifiutata di firmare
l'accordo, perdendo così una grande occasione, ma ha continuato a utilizzare
quella struttura in maniera impropria, ben oltre i due mesi di comodato d'uso
concessi dalla Provincia in attesa dell'acquisto, senza in realtà avere
l'intenzione di concludere la trattativa. Il degrado odierno in cui versa la
struttura non è altro che la ovvia conseguenza di queste forzature e del mancato
rispetto degli impegni".
Ancona, 2 dicembre 2009