ANCONA - Garantire prospettive stabili di lavoro in un piano industriale
svincolato da logiche emergenziali. È l'obiettivo dell'ordine del giorno votato
all'unanimità dal consiglio provinciale di Ancona, riunitosi per affrontare la
difficile situazione della Fincantieri e della cantieristica minore del
capoluogo. Tra gli impegni votati: adoperarsi con la Regione Marche affinché
riparta quanto prima il tavolo di concertazione al ministero dello Sviluppo
economico per nuovi investimenti produttivi nel settore, e sollecitare la
direzione di Fincantieri per portare allo stabilimento di Ancona un troncone
della commessa assegnata a Monfalcone. Molti i presenti alla seduta: i
parlamentari Silavana Amati, Marina Magistrelli, Carlo Cicciolie David Favia,
l'assessore egionale al Lavoro Marco Luchetti, il vicepresidente dell'assemblea
regionale Giacomo Bugaro, il presidente di Confisiustria Ancona Giuseppe Casali
e i rappresentati delel organizzazioni sindacali e della Rsu.
"La
cantieristica - afferma la presidente Patrizia Casagrande - non solo per il
capoluogo, ma per tutte le Marche, sono un patrimonio industriale, un'eccellenza
produttiva, un pezzo fondamentale della nostra storia economica, che non
possiamo rischiare di perdere. L'attuale situazione delle commesse rischia di
determinare una paralisi della produzione già entro l'anno. Occorre fare in
fretta e indirizzare unanimemente gli sforzi verso quello che in questo momento
diventa un obiettivo imprescindibile: l'assegnazione di nuove commesse
pubbliche. Lo abbiamo detto per la Merloni, lo ribadiamo per la Fincantieri: per
la rilevanza dell'azienda e per il numero di lavoratori direttamente e
indirettamente coinvolti, questa è e deve essere una vertenza nazionale, e non è
possibile che questa regione e i suoi problemi continuino ad essere considerati
come periferici rispetto alle grandi questioni nazionali".
Per
l'assessore provinciale al Lavoro Maurizio Quercetti, "l'iniziativa ha chiuso un
ciclo di importanti iniziative istituzionali che ci ha consentito di porre le
condizioni per un'azione comune di tutto il territorio, adeguata ad affrontare
una vertenza molto difficile. È importante che, in questo momento, si remi tutti
nella stessa direzione per riaprire il tavolo al ministero dello Sviluppo
economico per arrivare a un piano industriale che riaffermi il ruolo storico
della cantieristica come settore fondamentale della nostra
economia".
Giuseppe Ciarrocchi, segretario regionale della Fiom-Cgil, ha
posto l'accento sull'importanza che le istituzioni possono giocare in questa
vertenza, soprattutto se ci saranno nuove commesse: "Lo stabilimento di Ancona
ha dato prova di alti livelli di efficienza e produttività. Chiediamo di
vigilare sulla corretta redistribuzione dei carichi di lavoro, perché questa
azienda non può essere lasciata morire per insufficienza di commesse". Sulla
stessa lunghezza d'onda Andrea Cocco della Fim-Cisl, che ha chiesto un impegno
concreto per riattivare tavolo ministeriale e per spingere verso azioni che
evitino il rischio di restare senza commesse, e Franco Barchiesi della Uilm-Uil,
che ha chiesto di agire su fatti concreti, con la consapevolezza che le scelte
di oggi influiranno sulle prospettive future di molte persone.
E se
l'assessore regionale Marco Luchetti ha parlato di vertenza che si inserisce in
un quadro economico segnato da una crisi senza precedenti, sul quale è
necessario intervenire, pena il rischio di incrinare quella coesione sociale che
ha contribuito alla crescita del nostro sistema, il vicepresidente
dell'assemblea regionale Giacomo Bugaro ha invitato la politica a non dividersi
e a parlare con una voce sola per evitare che le Marche vengano emarginate nel
contesto nazionale. D'accordo su questo punto la senatrice Marina Magistrelli
che ha informato il consiglio provinciale di un'iniziativa di tutti i
parlamentari marchigiani per arrivare a una proposta condivisa da portare in
discussione con il ministro Sacconi.
Ancona, 23 luglio 2010