Da anni la salvaguardia della gestione pubblica delle risorse idriche è un terreno di intervento che vede la Provincia di Ancona particolarmente sensibile e attiva con un impegno decennale che ci ha portato ad aderire al Comitato Italiano per il Contratto Mondiale dell'Acqua e alla creazione dell'Osservatorio provinciale dell'Acqua. Una sensibilità che deriva non dalla demagogia, bensì dalla consapevolezza che oggi è più che mai necessario e urgente intervenire a favore della salvaguardia della risorsa acqua come bene comune prezioso e insostituibile, pena la messa a rischio della vita e dello sviluppo di miliardi di persone in tutto il pianeta. Del resto, basterebbe ricorrere alla ragione e al buon senso per comprendere che l'acqua, in quanto patrimonio dell'umanità, appartiene a tutti gli abitanti della Terra e a nessuno è concesso il diritto di appropriarsene a titolo di proprietà privata o renderla oggetto di scambio commerciale. Invece, purtroppo, ancora oggi la salvaguardia della risorsa acqua viene spesso relegata a margine dell'iniziativa politica, quando non addirittura fatta irresponsabilmente oggetto di scelte speculative. È questo il caso del governo italiano che, proprio in questi giorni, a colpi di fiducia, ha voluto blindare il cosiddetto decreto Ronchi che mira a privatizzare la risorsa acqua.
Una legge che ci vede fortemente contrari e i cui effetti rischiano di avere conseguenze molto pericolose: dalla negazione dell'accesso all'acqua per crescenti strati di popolazione all'accelerazione dei mutamenti già in corso degli stili di vita che, una massiccia politica di mercificazione dell'acqua fondata su dati fuorvianti circa la qualità delle nostre sorgenti di rubinetto, fanno dell'Italia il primo paese al mondo per consumo pro capite di acqua in bottiglia. Ma anche una legge che rappresenta la totale negazione dei valori in cui crediamo e del lavoro che con fatica e impegno abbiamo svolto negli ultimi anni su almeno tre fronti. Quello tecnico, attraverso una puntuale ed efficace manutenzione dei corsi d'acqua; quello della governance, con la costruzione di spazi di confronto su alcuni aspetti centrali della politica idrica quali le tariffe, gli investimenti, l'assetto idrogeologico, le perdite, la carta dei servizi, la partecipazione dei cittadini; quello della valorizzazione culturale della risorsa acqua tramite progetti a carattere europeo come River, con il quale abbiamo voluto raccogliere le storie delle comunità che vivono lungo i fiumi dando vita a produzioni teatrali e artistiche, e L'Acqua e la Memoria, con il quale abbiamo proposta un ampio programma di spettacoli e itinerari lungo i paesaggi segnati dagli elementi orografici del nostro territorio. Ora, di fronte alla gravità del nuovo quadro determinato dalla sconsiderata proposta di legge del governo, abbiamo voluto lanciare un appello con un apposito ordine del giorno votato dalla giunta provinciale che invita le amministrazioni, i movimenti, le associazioni e i singoli cittadini che con noi hanno costruito questi percorsi a condividere una piattaforma programmatica che quanto meno, sul fronte dell'opinione pubblica, rilanci almeno tre obiettivi: il ritiro del decreto legge 135/2009 in discussione in Parlamento, l'esclusione del servizio idrico integrato dai servizi pubblici a rilevanza economica per garantirne l'accesso universale alla risorsa acqua; l'eliminazione dell'obbligo di affidamento della gestione del servizio idrico tramite gara e della cessione del 40% ai privati per garantire la gestione diretta dei comuni e l'autonomia di scelta da parte degli enti locali. Un segnale incoraggiante arriva dalla Regione Marche che, insieme a quelle di Piemonte, Puglia, Emilia Romagna, sono ricorse alla Corte Costituzionale contro il decreto Ronchi. L'impegno che ci viene richiesto non è facile, ma è un terreno di iniziativa politico-istituzionale dal quale non possiamo abdicare visto che la posta è la tutela di un diritto umano e sociale, individuale e collettivo, dal quale dipende il nostro futuro.
Ancona, 23 novembre 2009