La presidente della Provincia di Ancona Patrizia Casagrande sul parcheggio a piazza Cavour

 
La presidente Patrizia Casagrande
La presidente Patrizia Casagrande

ANCONA -Il confronto, soprattutto quando pone al centro idee, progetti e prospettive che affrontano i bisogni di una città, è sempre un sano esercizio di democrazia e partecipazione, perché de-ideologizza i problemi e sposta l'accento sulla politica del fare. A questo obiettivo ascrivo tutti gli interventi di questi giorni. Ma per essere tale, il confronto richiede anche trasparenza e onestà. In particolare, pretende che gli assunti da cui muove siano proposti alla discussione in maniera chiara, senza forzature e, soprattutto, senza sostegni interessati o indisponibilità preconcette.

Per cultura politica, penso che se esiste una proposta che raccoglie l'attenzione dei cittadini, questa meriti attenzione. Mi persuade l'idea che una comunità, e prima di tutto i suoi rappresentanti istituzionali, abbiano il dovere di verificarne i contenuti e, serenamente, decidere se accettarla o meno nell'interesse comune. Provo dunque rammarico per come alcuni hanno voluto invece leggere il mio invito a una maggiore attenzione nella valutazione del progetto di un parcheggio a piazza Cavour, il cui esito, alla luce dei tanti contributi, anche autorevoli, mi è oggi più chiaro.

E non posso non esprimere una sensazione di disagio per certe interpretazioni che hanno forzatamente trasformato un parere in una forma di ingerenza su questioni, si dice, che non attengono alla competenza del mio ente. Ho sempre creduto che un capoluogo, per definizione, debba ambire a un ruolo di centralità e protagonismo e, se mi si permette, anche ad un primato economico, sociale e civile fondato sì sul proprio prestigio, ma anche sul dialogo con quegli enti attraverso cui si costruisce il rapporto con le comunità dell'area vasta e della regione.

Mi sembra di non aver mai reagito nei confronti di chi non condivide il rientro della Provincia nella sua storica sede di corso Stamira, nella maniera scomposta con cui oggi vedo insorgere molti verso una mia semplice opinione. Non è solo una questione di bon ton istituzionale, ma il fondamento stesso che sta alla base di quel sistema delle autonomie che ha segnato per anni la crescita del nostro territorio e grazie al quale, non dimentichiamolo, abbiamo dimostrato più di altri nel saper reggere l'urto della crisi. Vivere questo rapporto con la massima apertura o rifiutarlo in maniera chiusa e settaria, trovo che faccia la differenza e registri la qualità delle classi dirigenti.

Credo che la Provincia, ad Ancona più che altrove, abbia sempre manifestato questa apertura, operando per un rilancio della città come capoluogo della regione. Lo confermano gli investimenti stanziati per la riqualificazione dell'edilizia scolastica cittadina che vedrà, nel giro dei prossimi due anni, ridisegnare l'intero sistema formativo cittadino con la costituzione di poli di eccellenza efficienti e all'avanguardia. Con ciò non vogliamo rivendicare meriti, ma soltanto chiarire la nostra idea di governo basata, anche in una fase difficile come questa, sulla ricerca della massima coesione sociale e istituzionale, requisito essenziale per un'amministrazione pubblica al servizio dei cittadini.

Ancona, 11 febbraio 2011


Simone Massacesi

Ufficio stampa della Provincia di Ancona