ANCONA -Il confronto, soprattutto quando pone al centro idee, progetti e prospettive che
affrontano i bisogni di una città, è sempre un sano esercizio di democrazia e
partecipazione, perché de-ideologizza i problemi e sposta l'accento sulla
politica del fare. A questo obiettivo ascrivo tutti gli interventi di questi
giorni. Ma per essere tale, il confronto richiede anche trasparenza e onestà. In
particolare, pretende che gli assunti da cui muove siano proposti alla
discussione in maniera chiara, senza forzature e, soprattutto, senza sostegni
interessati o indisponibilità preconcette.
Per cultura politica, penso
che se esiste una proposta che raccoglie l'attenzione dei cittadini, questa
meriti attenzione. Mi persuade l'idea che una comunità, e prima di tutto i suoi
rappresentanti istituzionali, abbiano il dovere di verificarne i contenuti e,
serenamente, decidere se accettarla o meno nell'interesse comune. Provo dunque
rammarico per come alcuni hanno voluto invece leggere il mio invito a una
maggiore attenzione nella valutazione del progetto di un parcheggio a piazza
Cavour, il cui esito, alla luce dei tanti contributi, anche autorevoli, mi è
oggi più chiaro.
E non posso non esprimere una sensazione di disagio per
certe interpretazioni che hanno forzatamente trasformato un parere in una forma
di ingerenza su questioni, si dice, che non attengono alla competenza del mio
ente. Ho sempre creduto che un capoluogo, per definizione, debba ambire a un
ruolo di centralità e protagonismo e, se mi si permette, anche ad un primato
economico, sociale e civile fondato sì sul proprio prestigio, ma anche sul
dialogo con quegli enti attraverso cui si costruisce il rapporto con le comunità
dell'area vasta e della regione.
Mi sembra di non aver mai reagito nei
confronti di chi non condivide il rientro della Provincia nella sua storica sede
di corso Stamira, nella maniera scomposta con cui oggi vedo insorgere molti
verso una mia semplice opinione. Non è solo una questione di bon ton
istituzionale, ma il fondamento stesso che sta alla base di quel sistema delle
autonomie che ha segnato per anni la crescita del nostro territorio e grazie al
quale, non dimentichiamolo, abbiamo dimostrato più di altri nel saper reggere
l'urto della crisi. Vivere questo rapporto con la massima apertura o rifiutarlo
in maniera chiusa e settaria, trovo che faccia la differenza e registri la
qualità delle classi dirigenti.
Credo che la Provincia, ad Ancona più che
altrove, abbia sempre manifestato questa apertura, operando per un rilancio
della città come capoluogo della regione. Lo confermano gli investimenti
stanziati per la riqualificazione dell'edilizia scolastica cittadina che vedrà,
nel giro dei prossimi due anni, ridisegnare l'intero sistema formativo cittadino
con la costituzione di poli di eccellenza efficienti e all'avanguardia. Con ciò
non vogliamo rivendicare meriti, ma soltanto chiarire la nostra idea di governo
basata, anche in una fase difficile come questa, sulla ricerca della massima
coesione sociale e istituzionale, requisito essenziale per un'amministrazione
pubblica al servizio dei cittadini.
Ancona, 11 febbraio 2011
Simone Massacesi
Ufficio stampa della Provincia di Ancona