ANCONA - "La decisione del ministro Prestigiacomo di vietare attività di
ricerca, prospezione ed estrazione di idrocarburi all'interno delle aree marine
e costiere protette per una fascia di mare di 12 miglia rilancia la necessità
dell'area marina protetta del Conero". Così l'assessore all'Ambiente della
Provincia di Ancona Marcello Mariani.
"Dovremmo intraprendere la strada
di un progressivo affrancamento dal petrolio del nostro Adriatico - aggiunge
l'assessore Mariani - e varare un programma per un mare oil-free il prima
possibile. Cosa assolutamente alla nostra portata".
"L'Adriatico -
continua Mariani - si è andato trasformando in un grande campo petrolifero,
basti pensare che di 115 piattaforme off-shore esistenti in Italia, solo 4 non
sono in Adriatico. Il 46% della produzione Eni in Italia è concentrata nel
nostro mare. Se avessimo istituito l'area marina protetta del Conero, ora
avremmo una cintura di protezione dal rischio di pericoli legati alle
trivellazioni. Insomma, una maggiore sicurezza per l'ambiente e per le attività
economiche che si sviluppano lungo la costa".
"Ma non tutto è perduto -
conclude l'assessore - il percorso intrapreso un paio d'anni fa per
l'istituzione dell'area marina protetta conserva ancora oggi tutta la sua
validità, in quanto rappresenta una leva di crescita turistica economica
rilevante, anche dal punto di vista dei livelli
occupazionali".
Ancona, 1 luglio 2010