ANCONA - Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, almeno una donna su cinque ha subito abusi fisici o sessuali. La violenza contro le donne è endemica tanto nei Paesi industrializzati quanto in quelli in via di sviluppo. E, in quanto sinistramente democratica, le vittime e gli aggressori appartengono a tutte le classi sociali o culturali, senza distinzione di ceto economico, come dimostrano le cronache quotidiane quando riportano notizie di tragici epiloghi frutto di episodi non tenuti nella giusta considerazione.
In Italia, il Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri firmava nel 2007 un primo protocollo triennale con 27 territori pilota con i quali sperimentare la costituzione di una "rete nazionale antiviolenza" (a partire dal centralino 1522).
Tra quelle 9 Province e quei 18 Comuni selezionati in tutta Italia c'era la Provincia di Ancona che oggi, grazie alle azioni condotte negli anni, è stata chiamata a firmare il nuovo protocollo d'intesa con il Dipartimento. Così la Provincia di Ancona entra a far parte della Rete nazionale antiviolenza come Ambito territoriale di rete e riceve l'impegno del Dipartimento ad ottenere l'assistenza tecnica per favorire il miglioramento del sistema operativo a carattere sovracomunale nell'azione di contrasto al fenomeno di violenza di genere e stalking .
Di fatto, la Provincia ha attivato da anni un processo virtuoso che assiste e segue le donne vittime di violenza: dal primo contatto fino all'inserimento lavorativo, passando per la casa rifugio di Ancona gestita dalla cooperativa La Gemma e per il centralino gestito dall'associazione Donne e Giustizia.
"Già dal 2000, - riferisce l'assessore alle pari opportunità, Eliana Maiolini , che ha firmato il protocollo a Roma, - con l'istituzione della casa rifugio e del centralino antiviolenza, il nostro territorio ha espresso una sensibilità al fenomeno che si traduce in risposte concrete . Nel 2006, la Provincia di Ancona aveva già costituito una rete fra Comuni, istituzioni sociosanitarie, forze dell'ordine e autorità giudiziarie per migliorare quei servizi che consentono un percorso di uscita alle donne vittime di violenza. Tutto ciò ci ha permesso di essere considerati eccellenza a livello nazionale , tanto da entrare nel primo protocollo come territorio pilota ed essere riconfermati nel nuovo. Non dimentichiamo - conclude Eliana Maiolini, - che la nostra è tra le poche regioni ad avere una legge contro la più "democratica" delle violenze ".
Maria Manganaro
portavoce della presidente della Provincia di Ancona