ANCONA - Una tavola rotonda per presentare i risultati dell'analisi curata da
Eurispes Marche per conto della Provincia di Ancona e dell'Azienda speciale per
la pesca e l'agricoltura della Camera di Commercio sul fenomeno della vendita
diretta al pubblico dei prodotti agricoli.
L'appuntamento è per giovedì
28 maggio all'Istituto agrario "G. Vivarelli" di Fabriano a partire dalle ore
17,30.
"Negli ultimi anni - spiega il vicepresidente della Provincia di
Ancona con delega all'Agricoltura Giancarlo Sagramola - si è andato rafforzando
il legame tra il contadino e il territorio attraverso la riscoperta del ricco
patrimonio delle identità alimentari italiane. Parte del merito va attribuito
agli agricoltori che, aprendo le loro aziende ai consumatori, hanno favorito la
consapevolezza che è possibile consumare olio, pane, vino e ortaggi dop e di
alta qualità limitando i costi e sostenendo l'economia rurale. Da questo
rapporto diretto tra produttori e consumatori sono sorti un po' su tutto il
territorio, i cosiddetti 'Mercati del contadino' o 'Farmer's Market' che oggi
costituiscono una vera e propria eccellenza del nostro territorio. Per questo,
come Provincia, abbiamo voluto promuovere uno studio che censisse le aziende
agricole che praticano la filiera corta, auspicando che ciò possa costituire un
punto di partenza per l'avvio di un potenziamento della capacità degli
operatori del settore nel mettere in campo un'offerta innovativa di tipo
integrato".
Alcuni dati tratti dai risultati dell'indagine evidenziano
che il 54% delle aziende censite possiede una superficie agricola utilizzata di
piccole dimensioni, inferiore ai 20 ettari, mentre solo il 21% supera i 100; le
produzioni agricole più diffuse risultano essere quelle di vino, olio e cereali;
quasi la metà è dedita a produzioni cerealicole. Rispetto alla clientela,
invece, è da sottolineare che chi si rivolge ai Farmer's Market ritiene
importante fattori come la genuinità alimentare (31,4%), la provenienza
geografica del prodotto (12,8%), la possibilità di conoscere direttamente
l'azienda (30,2%) e la convenienza economica (15,1%). Minore attenzione, invece,
è prestata all'"ufficialità" del marchio (7%).
Ancona, 28 maggio
2009