Patrizia Casagrande, cinque anni alla presidenza dell’Upi regionale e sette alla guida della Provincia di Ancona

 

ANCNA - E' stata eletta al primo turno presidente della Provincia di Ancona nel maggio 2007 e due anni dopo presidente dell’Unione regionale delle Province marchigiane, nel bel mezzo di un periodo storico denso di trasformazioni politiche e socioeconomiche.

Patrizia Casagrande conclude entrambi i mandati: l’uno da Commissario straordinario, nominata a giugno 2012 dal presidente Giorgio Napolitano per la provvisoria gestione dell'ente fino all'elezione dei nuovi organi provinciali; l’altro da presidente dell’Upi Marche, che presumibilmente si prorogherà sino a fine anno in attesa dell’assemblea congressuale che eleggerà i nuovi organismi secondo criteri non ancora resi noti.  

 

“Da quando sono stata eletta presidente – dice Patrizia Casagrande, - l’instabilità dello scenario politico sembra non avere fine: partiti che si accorpano, si scompongono o scompaiono, nuovi movimenti che nascono, mentre la sfiducia nella politica cresce. Personalmente devo ringraziare i cittadini per avermi sempre collocato, in quanto a gradimento, nelle parti alte delle classifiche nazionali più accreditate. Ma oggi, gli amministratori pubblici, come i cittadini, sono privi di certezze.

Se ripenso alla coalizione che mi ha sostenuta durante le ultime elezioni provinciali a suffragio universale (l’Ulivo, Pdci, Verdi, Nuovo Psi, Rifondazione comunista, Idv-Udeur, Repubblicani europei), sembra una stagione lontanissima. Eppure parliamo solo  di un decennio, non ancora concluso peraltro.  Di cui fanno parte i cinque anni al buio alla guida dell’Upi Marche, percorrendo un tunnel accidentato (con leggi di riforma delle Province che contraddicono le precedenti) in fondo al quale  mi auguro che tutti i cittadini possano godere dei benefici della semplificazione istituzionale annunciata, ma non ancora realizzata.

 

“Da presidente uscente dell’Upi ho accompagnato e accompagnerò fino all’ultimo giorno le fasi del cambiamento in atto, con la volontà di evitare fratture insanabili nelle aree vaste che da qui in avanti dovranno darsi nuovi presidenti, consigli, statuti, nonché le norme attuative della legge Delrio da concordare con la Regione entro la fine di quest’anno.

Per questo ho continuato a prendere parte attiva ai tavoli dell’Upi nazionale e coinvolto i parlamentari nella risoluzione delle problematiche più spinose. Tra i risultati più significativi c’è il mantenimento delle funzioni fondamentali alle nuove Province (studi della Bocconi e della Cgia di Mestre dimostrano che l’affidamento ad altri enti avrebbe comportato maggiori spese e minore efficienza) per garantire i servizi ai cittadini in materia di scuole superiori, di strade, di ambiente. Funzioni che altrimenti sarebbero ricadute sui Comuni, già in sofferenza.

Ai sindaci (tutti faranno parte  dell’Assemblea delle nuove Province) auguro buon lavoro e buona fortuna nel percorrere la strada delle riforme in atto, che l’Upi Marche fiancheggerà sia partecipando all’Osservatorio regionale, sia con il ciclo di seminari sullo studio e l’attuazione della L.56/2014 concordati con le Università di Macerata, di Ancona, Urbino e Camerino.

 

Non si è vinta purtroppo la battaglia del patto di stabilità che avrebbe liberato risorse per investimenti e creato lavoro. Come tutti sanno, la tematica del lavoro ha toccato prematuramente  il territorio di Ancona. E di conseguenza il mio mandato da presidente, quando nel gennaio 2008 la Provincia ha anticipato la cassa integrazione per i dipendenti della Antonio Merloni e, di seguito, adottato  una serie di provvedimenti che hanno visto Ancona tra le Province italiane elette a testimonial dal Censis per rilevazioni sulle più valide misure anticicliche.

Con una certa soddisfazione, mi piace ricordare che, fra le tante cose, la Provincia di Ancona ha chiuso due discariche, senza aprirne nessuna grazie al buon lavoro fatto sulla raccolta differenziata. Che ha bonificato dall’amianto il Palazzo di Vetro, liberato il Savoia e l’Ipsia per restituirli alla città, preparato il progetto per liberare l’Istituto nautico. Spero che questo patrimonio possa essere valorizzato e messo al servizio di una comunità che abbiamo dotato di scuole superiori all’avanguardia, classificate al secondo posto in Italia (dopo Modena) per dotazioni hi-tech.  Impegni che, da presidente, ho potuto mantenere con gli elettori grazie al buon lavoro dei dipendenti della Provincia di Ancona: sono riconoscente a tutti loro e spero che  in futuro si faccia buon uso della professionalità che hanno dimostrato anche nella recente calamità che ha colpito il nostro territorio e Senigallia in particolare.  

È stata un’esperienza positiva – conclude la presidente, - fatta di buoni rapporti con le istituzioni e le realtà locali, anche se interrotta da un commissariamento innaturale, non dovuto a cattiva gestione dell’ente bensì alla volontà di tre Governi di trasformare le Province in enti di secondo livello, i cui organi dal prossimo 12 ottobre saranno eletti da amministratori già eletti e mai più dai cittadini”.

 

Ancona, 9 ottobre 2014

Maria Manganaro  Ufficio stampa UpiMarche

 
 
 
 
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