"Le città sono organismi viventi. In quanto tali, attraversano fasi di decadenza e di ripresa nei diversi momenti storici e nei settori che le caratterizzano. Attualmente, il centro di Ancona sembra aver perso vitalità e con essa parte della sua identità, se i residenti lo abbandonano. Io credo che un organismo complesso come una città richieda risposte complessive. Ma credo anche che il Corso pedonalizzato sia troppo recente per essere vissuto come luogo privilegiato dell'incontro, come accade altrove (Senigallia, Osimo, Jesi, o ben più lontano, Milano o Vienna). In qualunque stagione dell'anno, ciascuno di noi chiede alla propria città la suggestione della trasformazione al passo con i tempi. Ancona (città dal fascino discreto che svela la sua vera bellezza con la prima luce del tramonto, dico condividendo la visione di Franco Scataglini) ci chiede oggi di fermarci a riflettere.
Più volte e da differenti punti di vista, si è avviato il dibattito sull'immediato futuro della città di Ancona, per interrompersi a causa di oggettive difficoltà di natura finanziaria e/o politica. Oggi occorre un dibattito di "vasto respiro" (riprendo le parole di Raggetti) e di visione aperta, che restituisca l'identità al capoluogo di regione, che giunga a coaugulare l'idea di una città in via di trasformazione infrastrutturale, dei servizi, dei parcheggi, dell'arredo urbano.
Non per caso, identità e trasformazione sono stati i temi sottotraccia dei recenti seminari promossi dalla Provincia di Ancona su governance e territorio. Un ciclo seguito con grande interesse dagli amministratori dell'area vasta desiderosi di una visione unitaria dello sviluppo infrastrutturale e urbanistico. Uno sviluppo intimamente legato ai bisogni e soprattutto alla cultura espressa dal territorio. Proprio in virtù di quei seminari organizzati con l'Istao, è emersa la proposta dell'InArch (avanzata da Maria Luisa Polichetti) di realizzare un urban center in piazza Roma. Una sorta di centro di monitoraggio della vitalità urbanistica della città, da realizzarsi in pieno centro. Un luogo non casuale se si pensa che già nel nostro programma di mandato è previsto il ritorno degli uffici della Provincia in quel Palazzo Vetro che sarà recuperato con un bando europeo che comprende il Rettorato e la riqualificazione dell'intera area.
Provincia, Comuni, Istao, InArch, Università, cittadinanza, soggetti diversi con un unico obiettivo. Questa la strada da seguire per avviare quel dibattito di cui dicevo, che non soddisfi solo le esigenze di particolari settori in difficoltà, ma pensi al bene pubblico di una collettività ed eviti l'abbandono del centro. Pluralità di soggetti, dunque, ma anche visione d'insieme. Non bastano happy hour o proposte culturali di alto livello alla vita di un capoluogo. Il centro di una città non può ridursi a un centro di consumo. Il consumo logora l'identità, espropria i luoghi della loro vita propria, lascia il vuoto dietro di sé quando il contesto non produce un "indotto" sociale e culturale, nonché economico. D'altra parte, un centro commerciale all'aperto, alle nostre latitudini, rimane il luogo più invitante e curioso, quando servizi e viabilità ci incoraggiano a goderne".
Patrizia Casagrande
Presidente della Provincia di Ancona